LA STORIA DEL MIO PRESEPIO

Ora che mi interesso di presepi, mi viene spesso in mente che quando avevo 4-5 anni, mio padre andava sul tetto di casa nostra, in Via Martinet ad Aosta (sono nato ed ho vissuto i primi anni in quella città), per raccogliere il muschio delle “lose” (tipiche rocce piatte di ardesia che coprono i tetti delle case valdostane) per fare il presepio di casa. Lose
Lui e mia mamma, poi, sistemavano questo muschio su una tavola di legno e ci mettevano la farina bianca per fare le stradine, poi le casette di sughero dipinte, ricreavano il ruscelletto con la carta stagnola e per ultimo aggiungevano le statuine di gesso.

Nel 1960, ero in prima media, ho trascorso il Natale in ospedale a Lonigo (ora abitavo lì) e i miei genitori mi portarono un minipresepio in plastica. Erano i primi presepi in plastica. L’ho tenuto per tanti anni nella mia cameretta per ricordare l’affetto dei miei genitori. Qualche anno fa ho cominciato a interessarmi di presepi anche se non ho affatto abilità manuale e quindi do una mano alla nostra associazione per la parte amministrativa e di relazioni.
Ho partecipato, come spettatore, ad alcuni corsi di presepistica e, naturalmente, partecipo dell’attività dei miei amici presepisti della parrocchia Cuore Immacolato, per cui ho avuto la tentazione di mettere in una scatoletta lo storico presepio e aggiungerci qualcosa di mio.

Concludendo: se io, che non so fare bei lavori, ho raccontato la mia piccola storia perché anche voi non ci raccontate qualcosa del vostro presepio, aneddoti, impressioni, ricordi legati al vostro gruppo? 

Giorgio