DIBATTITI IN TV


TVAlla televisione si parla continuamente, quasi esclusivamente, di COVID.

In un dibattito alcuni giornalisti discutevano del prossimo Decreto Legge del Presidente del Consiglio che stabilirà le modalità per trascorrere il Natale 2020. Fra i vari argomenti, naturalmente, si è trattato dell’aspetto religioso. Qualcuno paventava che le prossime norme manterranno il coprifuoco per cui la messa della vigilia dovrebbe essere anticipata per poter esser a casa per le 22,00. Qualcuno prevedeva che saranno vietate le funzioni religiose perché solitamente sono le più partecipate dell’anno e quindi a maggior rischio di mantenimento del distanziamento. Se venisse adottato questo blocco, si replicava, non si vedono gravi problemi perché RAI, Mediaset, TV locali, e streaming di diocesi e parrocchie suppliranno, pur se a malincuore, i riti tradizionali. E’ stato anche ricordato che nel Vangelo non è scritto quando e a che ora sia nato Gesù.

Joseph Ratzinger, durante il suo pontificato, nell’udienza generale del 23 dicembre del 2009 disse che “il primo ad affermare con chiarezza che Gesù nacque il 25 dicembre è stato Ippolito di Roma, nel suo commento al Libro del profeta Daniele, scritto verso il 204”. Lo stesso Ratzinger ammetteva nel suo discorso che la festa cristiana aveva preso il posto di quella pagana del Sol invictus, cioè del solstizio, il giorno più breve dell’anno dopo il quale le giornate tornano ad allungarsi e il Sole vince sulle tenebre. I Romani chiamavano questo giorno Natalis, anzi Dies Natalis Sol Invictus.
Per il Cristianesimo fu abbastanza ovvio trasporre il simbolismo della vittoria sulle tenebre nell’apparizione della figura di Cristo sulla Terra”.
Nell’antichità le diverse chiese festeggiavano in diversi momenti la nascita di Cristo e solo con una convenzione si è stabilita la data del 25 dicembre.
Anche papa Wojtyla, uomo pragmatico, durante l’udienza di preparazione del Natale 1993 disse: “La data del 25 dicembre, come è noto, è convenzionale”.202009 25 dicembre 02

Certamente quel giornalista non voleva arrivare a dire che, trattandosi di una convenzione, si poteva spostare la festa per motivi di sicurezza.

Questo dibattito deve suggerire ai presepisti che le loro opere, intese a celebrare la gioia di questo evento, sono certamente apprezzabili ed in alcuni casi sono arte sublime, però la cosa più importante è che Gesù Cristo nasca ogni giorno dentro al nostro cuore.



 

ADRIANO CELENTANO


Cosa c’entra il famoso cantante con i presepi?  Seguiteci in questo lungo pensiero e arriveremo a trovare una connessione.
Però possiamo anticiparvi e ricordarvi che il molleggiato da giovane si dichiarava credente e spesso cantava canzoni con temi di impegno morale e religioso. Sembra che abbia dichiarato di avere a cuore i presepi.

Se facciamo una brevissima storia dei paesaggi presepistici osserviamo che i venditori di materiale per presepi dichiarano “case arabe” quelle che utilizziamo per i nostri presepi storici.

Case palestinesi Case palestinesi Case palestinesi

Per i presepi popolari, invece, si usano case che ripetono quelle costruite nel medioevo perché contemporanee di San Francesco e del primo presepio. In campagna si è continuato a costruire con lo stesso stile fino a metà del secolo scorso.  

 Case popolari  Case popolari

I presepisti, come Antonio Pigozzi, mettono grande passione per la ricostruzione particolareggiata e romantica di queste case per cui ci viene di provare nostalgia. In realtà, mancavano di comodità. L’acqua veniva raccolta alla fontana o dal pozzo con grandi pentoloni di rame che venivano attaccati in fila, all’interno, sopra il “secchiaio”. Per il freddo a letto ci si scaldava con la “monega”, come appare in diversi presepi dei maestri trevigiani.
Anche Dino Guido ha voluto spesso mettere in risalto questi arnesi. Certo qualcuno tra i più anziani ricorderà ancora che i servizi igienici non c’erano. Antonio Carlotto nei suoi presepi inserisce, giustamente, le piccole baracche di legno che, in campagna, servivano per questo uso.

Dal 1960 anche in campagna cambiano gli stili di vita e delle case, ma le nuove abitazioni non sono così romantiche da soppiantare le case popolari contadine nel presepio.

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Uno dei servizi igienici che ha ispirato Antonio Carlotto In una casa restaurata è rimasto un vecchio wc sul ballatoio Presepio napoletano con molti personaggi 


Per i presepi napoletani il discorso è diverso. Sono molto importanti nella storia dei presepi e vale la pena approfondire l’argomento.
Forse sarebbe meglio organizzare una gita sul posto quando il COVID ci lascerà tornare alla nostra vita e ai nostri interessi.

“E Celentano?” vi chiederete. Molto semplicemente ci vengono in mente le parole della canzone “Il ragazzo della Via Gluck”: “Potrai lavarti in casa senza andare giù nel cortiiiile”. Veniva portata in cortile una grande tinozza e riempita di acqua. Certo una tinozza più piccola serviva per un più discreto bagno in casa.

 

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forse la casa di Via Gluck assomigliava a questa

 

 

 

Parrocchia di San Giorgio Martire - Costabissara

 

 Parrocchia di San Giorgio Martire Parrocchia di San Giorgio Martire 

 

Chiesa di Sant'Andrea

 

 Sant'Andrea Sant'Andrea 

 

Chiesa Parrocchiale di San Matteo Apostolo in Cavazzale


Il nostro amico Francesco Peruzzi, ci ha inviato alcune fotografie del presepio della chiesa parrocchiale di Cavazzale.
Il presepio vuole ricordare i duecento anni della nascita del poeta abate Giacomo Zanella e mette in rilievo la piccola villa molto amata dal poeta perché oasi di pace e di riposo.
Nell’anno delle nostre grandi preoccupazioni, per un virus terribile, è un augurio che possiamo a godere di serenità nelle nostre case.

 Cavazzale Cavazzale 

 

Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Evangelista in Polegge


Il presepe è visitabile dalla sera del 24 dicembre fino al 2 febbraio, secondo apertura della chiesa.

San Giovanni Evangelista San Giovanni Evangelista



ARRIVANO I MAGI

 

Sull’episodio della visita dei tre Magi alla Sacra Famiglia gli evangelisti Matteo e Luca non entrano nei dettagli perché non è stata una loro esperienza diretta.
Gli studiosi, per questo, rilevano contraddizioni negli scritti e danno diverse versioni. Raymond Brown ritiene che Matteo e Luca abbiano inserito, probabilmente dopo la stesura dei loro vangeli, tutto o parte dei racconti delle natività in base alle proprie necessità redazionali e teologiche.
Il fatto che i Magi fossero tre non è scritto, ma è desunto perché vengono citati tre doni importanti.
Per alcuni studiosi, il racconto della visita dei Magi può essere originato da un avvenimento realmente accaduto e tramandato dalla tradizione, che sarebbe stato riportato e rielaborato da Matteo.

FormellaAntonio Boatto
formella del portale della Cattedrale di Vicenza
I maghi non erano ben visti nella mentalità ebraica, a causa della condanna della magia da parte della Bibbia, quindi la tradizione non avrebbe avuto nulla da guadagnare inventando l'episodio.
Su quando sia avvenuta questa visita i pareri sono diversi, in ciò sviati dalla tradizione liturgica che lascia solo 12 giorni fra Natale e l’Epifania, mentre, in realtà, ci volevano ben quaranta giorni prima di presentare il bambino al tempio.
Arrivano i Magi La visita dei Magi
 Il fatto che il re Erode decretasse la strage degli innocenti per coloro che avevano fino a due anni può far pensare che i Magi non abbiano visitato Gesù nella grotta di Betlemme, ma più tardi. Dal punto di vista astronomico, una stella non può avere guidato i Magi, precedendoli, da Gerusalemme a Betlemme (che distano appena 10 km) ed essersi poi fermata.
Qualcuno pensa che fossero sciamani originari dell'altopiano iranico. Erano studiosi di astronomia e seguendo la lettura del cielo, avevano riconosciuto in Cristo uno dei loro "Saosayansh", il salvatore universale, diventando così loro stessi, "l'anello di congiunzione" tra la nuova religione nascente, il cristianesimo, e i culti misterici orientali, come il mazdaismo e il buddismo.
Le incompletezze degli scritti evangelici oltre a spingere gli studiosi ad approfondire questo episodio della vita di Gesù, hanno contribuito a far crescere leggende popolari. Tra queste quella dei nomi dei tre importanti personaggi: Gaspare, Melchiorre e Baldassarre.
E sono nati capolavori dell’arte firmati da Giotto, Beato Angelico, Mantegna, Veronese …

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Giotto Cappella degli Scrovegni